Università e lavoro: i tassi di occupazione delle diverse facoltà

Per tutti gli studenti che concludono le scuole superiori, o per coloro che la iniziano più tardi, la scelta di quale facoltà universitaria intraprendere può rappresentare una delle decisioni più difficili da compiere. Fermo restando che è sempre possibile cambiare anche una volta intrapreso il percorso di studi, una corretta scelta fatta a monte permette senza dubbio di conquistare tempo e soprattutto non perdere motivazione strada facendo. Tra gli elementi che più spesso vengono utilizzati per la scelta del percorso universitario all’interno di una lista di corsi di laurea magistrale, è impossibile non menzionare quello relativo agli studi inerenti i tassi di occupazione delle varie facoltà. In molti casi, con annesso la RAL di riferimento, cioè il reddito lordo annuo che viene percepito da quegli addetti.

Analizzando i tassi di occupazione generali a circa un anno dal conseguimento del titolo di studi, circa il 74% dei laureati triennali ha trovato un impiego, sale al 75% nel caso di una laurea di secondo livello, vale a dire quella magistrale. I dati raccolti da Almalaurea mostrano una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, con un calo di circa l’1% per entrambe le opzioni, sulla quale però pesa la presa di posizione degli ex studenti, più propense a rifiutare stipendi che, a causa dell’inflazione (ma non solo) risultano decisamente poco appetibili a fronte del costo della vita odierno, a partire dal caro affitti. Occorre precisare che, sebbene il titolo di studio conseguito in una delle università telematiche al 100% (o parzialmente, come Unicusano) sia equipollente a quello negli altri atenei, i dati relativi a queste università non si ritrovano nelle raccolte promosse da Almalaurea, che unisce la maggior parte degli atenei tradizionali.

Se però questa è la fotografia della situazione italiana in termini generali, esistono corsi di laurea che invece permettono di toccare quota 90% di occupazione a cinque anni dalla fine del percorso di studio, con salari più alti della media nazionale. Indubbiamente vicino ai vertici di questa speciale classifica si ritrova il gruppo delle ingegnerie: nello specifico il riferimento va a quella industriale e dell’informazione, seguita da quella civile. Una laurea che permette il raggiungimento di un buon stipendio unito ad un tasso di occupazione elevatissimo è quella di ambito medico e sanitario, a cui fa seguito quella farmaceutica. Molto richiesta è anche la laurea in economia, anche se in questo caso è difficile eseguire il calcolo di una RAL media perché gli sbocchi occupazionali sono molteplici, alcuni decisamente più redditizi di altri, come per le mansioni che afferiscono al mondo della finanza (per cui economia è per forza il primo ambito di studio). Il podio della classifica per quanto riguarda la RAL, però, è occupato dagli informatici, con stipendi medi che superano i 2100 euro mensili. Il tasso di occupazione, in questo caso, è leggermente inferiore al 90% (nello specifico, si attesta a 89,7%), ma è una variazione minima.

I tassi di occupazione più bassi si registrano in corrispondenza delle materie afferenti il mondo umanistico. La laurea letteraria-umanistica ha uno stipendio medio di 1492 euro al mese e un tasso di occupazione pari a circa il 79,5% a cinque anni dopo la laurea. Non è lontana da queste cifre la laurea in arte e design: sebbene il tasso di occupazione sia lievemente sotto questa soglia, lo stipendio medio supera (di poco) i 1500 euro mensili.