Sull’onda del rifiuto di tutto ciò che è chimico, artificiale e di sintesi è aumentato notevolmente l’interesse dei consumatori verso una tipologia di cosmetici, detti bio. Questa denominazione viene utilizzata in molti settori e, molto brevemente, richiama il fatto che ogni passaggio e trasformazione non alteri la materia prima a livello molecolare. Questi prodotti vengono pubblicizzati come più salutari, sicuri, rispettosi nei confronti dell’ambiente e degli animali. Ciò che viene naturale chiedersi è se e quanto queste lavorazioni siano superiori alla cosmetica che si avvale anche dell’industria chimica.
Cos’è veramente la cosmetica bio?
In primis è importante far notare che non esiste una vera e propria normativa in grado di dare linee guida su cosa sia la cosmetica bio. Esistono però varie certificazioni, alcune più riconosciute di altre, che garantiscono la sicurezza e la qualità dei prodotti. Ciò che accomuna tutte le certificazioni è l’utilizzo di ingredienti derivanti da agricoltura biologica, i quali devono essere sottoposti a trasformazioni di tipo chimico e fisico senza che vi siano contaminazioni da parte dei reagenti.
Ogni elemento trovato all’interno del prodotto finale dovrà essere di origine vegetale o animale, rifiutando ogni molecola di sintesi. Ciò vale anche per emulsionanti, stabilizzanti e conservanti. Nonostante sia possibile ottenere buonissimi prodotti sfruttando i principi attivi fornito dalla natura, di contro si osserva come queste preparazioni siano decisamente più costose e soggette a conservazione di minor durata. Altro elemento molto apprezzato è la rimozione dei test sugli animali, in un’ottica cruelty free che elimina il passaggio di questa sperimentazione.
In cosa differisce la cosmetica tradizionale?
La cosmetica tradizionale si è sviluppata a stretto contatto con l’industria chimica industriale. Nel corso degli anni sono state realizzate nuove formule che sfruttano prodotti di sintesi chimica. Molto spesso si tratta delle stesse sostanze contenute all’interno degli ingredienti vegetali utilizzati nel settore bio, ma in forma più pura ed isolata.
Da anni l’industria chimica va di pari passo con la cosmesi, in particolare in un paese come l’Italia dove moda e bellezza sono settori importantissimi del tessuto commerciale. L’azienda Chimitex è una di quelle che ha costruito la propria esperienza grazie a partner nazionali ed internazionali, diventando uno dei più grandi fornitori a livello italiano. Quando si tratta di sicurezza, però, il discorso si sposta a favore della cosmesi tradizionale. Il settore chimico può spaventare e far storcere il naso perché considerato artificiale, lontano dalla naturale evoluzione delle cose.
All’atto pratico, però, ciò che viene realizzato in ambito industriale sono dei prodotti controllati, certificati ed estremamente sicuri. Il grado di controllo che si ha in certi stabilimenti consente di evitare qualsiasi rischio e contaminazione, realizzando prodotti e sostanze con procedure controllate. Le normative sono anche molto stringenti e non lasciano alcun margine di errore.
Nonostante la lista di ingredienti possa spaventare, i cosmetici tradizionali hanno alle spalle studi, ricerche, test e controlli molto accurati, sia sul breve che sul lungo periodo, oltre a poter garantire un lungo tempo di conservazione.
Cosa preferire?
Questo è molto soggettivo. Entrambi i settori sono sicuramente sicuri e non presentano alcuna criticità per la salute, anche considerando tutti i controlli che vengono effettuati in ogni fase della filiera produttiva. Ciò che bisogna prendere in considerazione è però il fatto che non c’è una superiorità di una tipologia rispetto all’altra. Alla base troviamo sempre anni di studio e l’esperienza di esperti del settore.
Da un lato si ha un approccio più tradizionale, legato al trattamento della materia prima offerta dalla natura, ma comunque sottoposta a trasformazioni e trattamenti. Dall’altro vengono ricavati i componenti fondamentali in purezza, attraverso tecniche di laboratorio sofisticate e precise.