Sebbene molti di noi conoscano i filtri per l’acqua di uso domestico – strati di fibre disposti lungo il percorso dell’acqua, e che possono trattenere i batteri e i contaminanti che vi sono sospesi – nel momento in cui passiamo a parlare di sistemi industriali per la filtrazione acqua cambiamo completamente livello e funzione, dato che parliamo di apparati che devono trattenere rifiuti industriali.
I sistemi di filtrazione industriali, infatti, debbono operare innanzitutto su quantità d’acqua enormemente maggiori: pensiamo a quanta acqua venga giornalmente utilizzata, per fare un esempio, in un’industria alimentare, e quanto sia fondamentale che essa non contenga alcun tipo di sostanza pericolosa o tossica. Nella maggior parte dei casi, i sistemi di filtrazione acqua utilizzati in questo ambito possono essere divisi in sistemi a granuli e sistemi a membrana: mentre i primi sono stati decisamente i più diffusi per molti decenni, i secondi stanno dimostrando eccellenti risultati, e stanno conquistando rapidamente popolarità per la loro superiore efficienza.
Se infatti i sistemi di filtrazione acqua usati genericamente nell’industria possono essere valutati come buoni se riescono ad estrarre e trattenere le particelle di dimensioni superiori ai 5 micron (che sono cinque millesimi di millimetro, non dimentichiamolo: particelle comunque piccolissime), a quelli relativi al settore alimentare si richiede, com’è naturale, un’affidabilità ben superiore, dato che non si tratta più soltanto di garantire l’efficienza di un impianto o evitare danni meccanici o malfunzionamenti, bensì di tutelare la salute di chi mangerà o berrà i prodotti dell’azienda. E se si tratta di garantire una depurazione pressochè totale, i sistemi di filtrazione acqua a membrana sono sicuramente lo strumento perfetto.
Il dato più utile per valutare, come dicevamo, l’efficienza di un sistema di filtrazione acqua è la dimensione minima delle particelle che il filtro è in grado di intercettare e quindi di eliminare dal flusso: facciamo dunque un confronto su questo piano. Se i tradizionali sistemi a granuli (dove i filtri sono costituiti appunto da blocchi di sostanze ridotte in grani, come la sabbia o il carbone attivo, che trattengono nei pori fra un granello e l’altro le sostanze contaminanti) sono in grado di trattenere con affidabilità particelle di dimensioni fino ad un micron (se aiutati dall’iniezione, nell’acqua, di appositi polimeri flocculanti che aggregano le particelle da eliminare), i sistemi di filtrazione acqua a membrane , basati appunto su membrane microporose, sono in grado di intercettare particelle parecchi ordini di grandezza più piccole, soprattutto se dalla microfiltrazione – o dall’ultrafiltrazione, ancora superiore per efficacia – arriviamo alla cosiddetta nanofiltrazione, in grado di trattenere particelle di diametro 0,001 micron: un milionesimo di millimetro.