Perché non riformare la scuola con i proventi del gioco d’azzardo legalizzato?
Portare l’aliquota della tassa sulle vincite per le Video Lottery Terminal al 10% per finanziare l’obbligo scolastico fino ai 18 anni. Questo è in sintesi il contenuto di un emendamento a firma dell’on. Roberto Ruta del Pd, al vaglio della Commissione Finanze del Senato. Questa la sua dichiarazione: “Credo che in Italia ci sia bisogno di più cultura e di meno slot”.
A nostro giudizio è una proposta insoddisfacente perché lo Stato potrebbe fare molto di più. Se solo avesse obbligato i concessionari del gioco d’azzardo a versare nelle casse dello Stato le decine di miliardi di Euro che avanza dall’industria del gioco d’azzardo legalizzato, terza in Italia dopo Fiat ed Eni (cfr. la Repubblica, I dieci padroni del gioco d’azzardo…), la Scuole sarebbe stata veramente riformata senza badare a spese e ai docenti riconosciuti gli stipendi che legittimamente recriminano e meritano. Tutto questo a vantaggio delle giovani generazioni. Ma evidentemente i Governi non la pensano così.
Però, non è mai troppo tardi. La scuola pubblica potrebbe veramente risorgere con i proventi dei giochi e delle lotterie nazionali. Come al solito, però, è questione di scelte politiche.
Antonio Curci