Che pasticcio la comunicazione: silenzi, gesti e trappole varie!
Mai dimenticare un principio fondamentale: in ogni interazione umana è impossibile non comunicare. Infatti, anche l’incomunicabilità è una forma di comunicazione: si sta comunicando che non vogliamo comunicare, ma comunque si comunica. Il silenzio, per esempio, è la forma più pregnante di comunicazione. Bisogna interpretare tale silenzio, rispettarlo, gestirlo e con molta delicatezza e intelligenza romperlo.
Inoltre, ogni comunicazione ha due livelli: del contenuto (quello che si comunica), della relazione (come si comunica). Spesso accade che i due livelli siano incongrui: attraverso il canale verbale si invia un certo messaggio che è contraddetto dal canale extraverbale. Ad esempio, una madre invita il figlio a fare i compiti da solo ma subito dopo si siede vicino a lui per aiutarlo.
Sì, la comunicazione può essere anche paradossale, date le varie trappole. Una di queste è la spontaneità perché se dico a qualcuno di essere spontaneo o di dirmi ti amo, si crea una trappola relazionale in quanto la persona non sarà spontanea visto che sono io che ho chiesto di esserlo o di dirmi I love you.
Attenzione dunque ai silenzi, ai gesti e alle richieste di spontaneità che potrebbero caricare o svuotare di senso i nostri scambi quotidiani.
Giulia Cataneo